IL PRESIDENTE MARIO BOSELLI AL CONVEGNO INTESA SAN PAOLO PAMBIANCO • Camera Nazionale della Moda Italiana

IL PRESIDENTE MARIO BOSELLI AL CONVEGNO INTESA SAN PAOLO PAMBIANCO

IL  PRESIDENTE MARIO BOSELLI AL CONVEGNO INTESA SAN PAOLO PAMBIANCO

Il Convegno Intesa San Paolo  Pambianco del 6 novembre 2012 dal titolo “A tutta forza verso l’estero – strategie e strumenti per accelerare lo sviluppo nei mercati tradizionali” ha visto intervenire anche Mario Boselli, Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, che ha sottolineato la coerenza del tema scelto con l’attuale situazione italiana ed internazionale. Lo spostamento verso l’estero - ha sottolineato Mario Boselli -   è un’esigenza direttamente proporzionale allo stato di stagnazione o regressivo del mercato interno italiano o alla debolezza dei mercati tradizionalmente vicini al Made in Italy.  Il Presidente ha ricordato come l’andare verso l’estero è un’esperienza che ha riguardato, e riguarda, l’Italia: l’emigrazione che ha portato lontano forza lavoro e menti, costituendo un impoverimento del paese; l’esportazione delle aziende con le delocalizzazioni di attività, un fenomeno in molti casi fisiologico, benché la tendenza si sia ridimensionata e si assiste con maggiore frequenza a fenomeni di “re-shoring”; le esportazioni di prodotti, il fenomeno più virtuoso in cui la filiera di eccellenza del sistema moda italiano ha dato i suoi migliori risultati: nel 2011 l’Italia è stato uno dei 5 paesi del G20 a vantare un saldo dell’export positivo.

Il Cavaliere Boselli ha indicato la possibile via per incrementare la capacità d’esportazione per compensare la debolezza del mercato interno: produrre il più possibile in Italia, partendo dai tessuti di eccellenza delle aziende italiane e avvalendosi di aziende di confezioni valide, realizzando così la migliore sinergia tra le aziende di maggiore dimensione e le piccole e medie imprese, e rispondere alle richieste di consumatori sempre più informati ed esigenti. Il Presidente ha anche sostenuto l’esigenza di incrementare la produzione per conto di brand stranieri, perché il “bello e ben fatto”  deve passare di necessità dalla filiera italiana, leader per qualità e ricerca.