LA MODA DEI FIORI: DAL SETTECENTO ALL’ESTATE 2013 • Camera Nazionale della Moda Italiana

LA MODA DEI FIORI: DAL SETTECENTO ALL’ESTATE 2013

LA MODA DEI FIORI: DAL SETTECENTO ALL’ESTATE 2013

Un po’ signora delle camelie, un po’ Gabriella che sa di garofano e cannella, la donna della primavera/estate 2013 non rinuncia al più classico e scontato dei temi modaioli: il floreale. La più celebre immagine di una donna con indosso un abito a fiori è quella di Flora nel noto dipinto “La nascita di Venere” di Botticelli, ma in realtà bisogna fare un salto di un paio di secoli per giungere all’epoca in cui i fiori divennero un tema modaiolo. Nel settecento, in piena epoca barocca, il gusto per la stravaganza, l’eccesso, l’opulenza spostò i confini del buongusto così le dame di tutta Europa copiarono la moda parigini degli abiti riccamente decorati di temi floreali; nell’Ottocento si diffuse l’idea del fiore come accessorio d’eleganza, le donne cominciarono così a portare dei piccoli mazzi durante i grandi belli, mentre gli uomini sostituirono le cravatte con i fiori, per finire ad indossarli all’occhiello della giacca nel Novecento. Proprio nel XX secolo i fiori hanno avuto la loro massima consacrazione, talvolta nel guardaroba romantico, altre volte in quello delle controculture (come dimenticare i Figli dei fiori?) e in particolare proprio Milano è stato un terreno fertile di questo tema modaiolo con il lavoro di Ken Scott, lo stilista americano noto come “il giardiniere della moda” che fece della capitale meneghina il suo centro creativo, al punto che nel ’72 trasformò in un giardino perfino via Montenapoleone, la via dello shopping mondiale, ricoperta da un tappeto ispirato a Galla Placida.

 

Ancora una volta fiori sulle passerelle milanesi per la primavera/estate 2013: quelli ispirati all’oriente di Miuccia Prada, dalle linee grafiche quasi fossero disegni di un bambino, sugli abiti, pellicce e perfino sulle montature degli occhiali o di Etro che sembra ispirarsi agli antichi motivi decorativi delle pregiate porcellane da the; quelli di Antonio Marras che, mettendo in scena un banchetto in campagna, porta sulla passerella fantasie romantiche fatte di fiori, farfalle, ramoscelli creando un contrasto con le ruvidezze e il monocolore del retro degli abiti; quelli piccoli e dalle tinte delicate  pensati da Tomas Maier per gli abiti dal sapore vintage di Bottega Veneta che riportano con la mente alle dive degli anni ’40; a questi fanno da contraltare, perché il motivo si presta ad ogni sorta di interpretazione, quelli sugli abiti anni sessanta di Moschino che sono fitti, dai colori sgargianti, decisi, forti e in cui stampa e applicazioni si alternano fino a confondersi; immancabili sulla passerella di Anna Molinari che, soprannominata “Regina delle rose”, ha in un certo senso ereditato il trono di Ken Scott, così eccole le sue giovani ragazze di Blugirl che nei little dress a fiori, leggeri e trasparenti, portano con sé tutta la leggerezza della bella stagione.

 

Andrea Vigneri