FOCUS ON: FAUSTO PUGLISI • Camera Nazionale della Moda Italiana

FOCUS ON: FAUSTO PUGLISI

FOCUS ON: FAUSTO PUGLISI

Se da ragazzino trascorri la mattina a scuola ascoltando i racconti dell’epica e della mitologia greca da una professoressa dal look sadomaso Versace e di pomeriggio guardai le bionde cotonate protagoniste di “Dallas”, è probabile che nel tuo immaginario la donne siano iper-femminili, sensuali, opulente, dentro abiti strutturati e dai tagli perfetti, mentre la letteratura colta del mondo classico troverà posto accanto a quella pop della tv. Se trascorri i primi 20 anni di vita in Sicilia, una terra dall’identità profonda e una storia travagliata, e poi decidi di trasferirti negli Stati Uniti, il centro dell’ Occidente, la tua visione delle cose sarà capace di raccontare un punto di vista preciso e al tempo stesso internazionale, vario, multiculturale.

 

La moda di Fausto Puglisi è capace di raccontare tutto questo mondo, ed è questa la ragione per cui ancora prima di conquistare i compratori ha conquistato le star, la prima è stata Whitney Houston che ha indossato una sua creazione in occasione dei Grammy Awards del 2000.

 

Lo scorso febbraio la collezione di Fausto Puglisi autunno/inverno 2013-2014 ha fatto il suo ingresso ufficiale nel calendario di Milano Moda Donna con la presentazione che si è svolta a Palazzo Serbelloni, sotto una violenta luce viola e con una colonna sonora dai voli pindarici, da “Gang bang” di Madonna alla colonna sonora di “Nuovo cinema Paradiso” di Ennio Morricone. E se la testa d’ariete, assunta a logo del brand, ci riporta alla mente un’eroina tragica come Medea, il bomber, la gonna corta e il cappellino da baseball ci fanno pensare alla peccaminosa innocenza della cheerleader di “American Beauty” e il kilt dei rudi soldati di “Braveheart” diventa un sofisticato e femminile abito da sera. Sul rosso e il nero del tartan splendono croci bizantine, gli ormai riconoscibili ricami d’orati di Fausto Puglisi che sembrano cesellati da Efesto in persona nelle grotte dell’Etna.

 

Andrea Vigneri

foto di Filippo Fior

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