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Simona Pedone

Simona ha cominciato a lavorare da alcune vecchie diapositive, quelle che si proiettavano sui muri bianchi della sala, quelle con le immagini della famiglia. È rimasta affascinata dal loro contenuto ma anche dalla loro forma esplicitamente protettiva, arcaica, insolitamente vicina ad alcune architetture di Renzo Piano come il Centre Pompidou e la Menil Collection. Il progetto è quindi una riflessione sul senso del tempo, sulla sua ambiguità ma anche sulla sua resilienza, sulla frantumazione della memoria e sulla ricostruzione, giorno per giorno, di un presente compiuto.