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Davide Panzeri

Raccontarmi è l’obiettivo di questa collezione, raccontare di Alberto Giacometti è il modo che ho utilizzato per farlo.

Parlo di me, alzo la clere, del garage, della casa della mia nonna, c’è una scrivania, un quadro pasticciato appeso e un fiume di vestiti sparsi, appesi, per terra, su manichini, ritagliati, pitturati, scuciti.. Parlo di Giacometti, apre una porta, del suo atelier, nel quartiere parigino di Montparnasse, statue sparse, gessi, vernice e creta ovunque, sigarette spente per terra, fili di ferro.
L’ho immaginato da quando dipingeva a Borgonovo di Stampa, nel Canton Grigioni (Svizzera), dove è nato a quando con un treno, prendeva la sue opere e le portava a Parigi, sono rimasto colpito dal suo esistenzialismo, dai suoi pensieri, dal suo modo di vivere, perché l’ho trovato molto simile al mio.
Autenticità è la parola chiave che accompagna tutta la collezione, prendendo riferimenti di capi autentici, da archivi e mercati vintage, li ho messi su manichino, poi su un mio amico, li ho modificati e fotografati, per avere una base ed iniziare. Ho scelto tessuti, guardando le foto dell’artista, anche qui sono rimasto colpito dal suo trench, è senza dubbio il primo capo a cui penso se penso a lui, ma sarebbe stato, forse, troppo banale riproporlo nella sua semplicità, perciò escludendolo come capo ho deciso di riportare i suoi dettagli sulla maggior parte degli altri capi, il sotto rever, le tasche attraversatili tipiche del suo Burberry, la manica metà martello e metà giro sui maglioni, tipica da trench, autentico.
Ho suddiviso la collezione in città, paese, studio, come uno zoom, scegliendo capi comodi e morbidi per il paese, duri e protettivi per la città e personali per lo studio, ci sarà un capo che rappresenta me e uno che rappresenta Giacometti, lui che dipingeva e scolpiva con la cravatta e la camicia, ho considerato di conseguenza immancabile questo accessorio.
Come lavorazioni ho dipinto e sporcato alcuni capi e ricamato motivi che riprendessero le sue sculture sui maglioni.